Le frane,  le alluvioni, i crolli delle mura di Volterra: questi giorni hanno segnato eventi disastrosi per il nostro Paese e per l’equilibrio del nostro territorio.

Il motivo lo conosciamo tutti: anni di incuria, mancanza di pianificazione, dissesto idrogeologico  e cementificazione hanno progressivamente e irrimediabilmente compromesso il fragile equilibrio del nostro paesaggio. Su questo blog abbiamo parlato più volte di questo tema e riportato i numeri che descrivono lo stato di salute precaria del nostro Paese: l’89% dei nostri Comuni e il 9,8% del nostro territorio è a rischio idrogeologico, negli ultimi 50 anni a causa delle frane e delle alluvioni sono morte oltre 4mila persone e negli ultimi venti anni sono stati persi 2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione causata da un modello di sviluppo  e di federalismo sbagliato.

Danni che non sappiamo e non riusciamo a prevenire, se si pensa che negli ultimi 20 anni per ogni miliardo stanziato in prevenzione ne sono stati spesi oltre 2,5 per riparare i danni al territorio. La devastazione del patrimonio ambientale porta così inesorabilmente alla devastazione del patrimonio culturale, che non siamo in grado di valorizzare e che lasciamo all’incuria del dissesto idrogeologico e della cementificazione.

Occorre urgentemente e senza altre esitazioni ripensare le priorità per il Paese e destinare ingenti risorse  alla messa in sicurezza del territorio e dei centri storici, la vera grande opera della quale il Paese ha urgentemente bisogno.

Per Saperne di più:

LEGGI L’ARTICOLO DI GIAN ANTONIO STELLA SU “IL CORRIERE DELLA SERA”

LEGGI L’OPINIONE DI MAGDI ALLAM SU “IL GIORNALE”