Scelta Civica si è data finalmente una struttura articolata che permetterà un radicamento sul territorio e soprattutto il Senatore Monti ha ripreso “la paternità” di un movimento che era ispirato da lui e dall’azione del precedente governo.
Sono queste due delle svolte importanti dopo un lungo, troppo lungo, periodo di silenzio e di mancanza di visibilità. Certamente hanno anche contribuito a questo difficile inizio le diverse sensibilità interne che prive di una guida si sono confrontate più sulla spartizione dei ruoli che sui contenuti.
Da dove ripartire? Dall’agenda, da quell’agenda che i partiti non avevano mai voluto affrontare impedendo l’avvio di un vero percorso di riforme. Il Governo Monti è stato abilmente additato dai partiti come il responsabile della situazione attuale scaricando sulle spalle di un esecutivo chiamato per affrontare un momento drammatico, il danno di una mancata azione della politica negli ultimi vent’anni.
Il problema dell’emergenza non deve, come è stato nell’esperienza del Governo Monti a causa dei veti incrociati delle forze che lo sostenevano, far perdere di vista l’obiettivo a medio termine che è quello di ridare competitività al sistema del nostro paese. La terribile disoccupazione soprattutto giovanile va affrontata con immediati incentivi, mettendo le imprese in condizione di poter assumere con oneri inferiori ma anche e soprattutto con una riforma radicale e sostanziale del mercato del lavoro che ci metta nella condizione di avviare una fase di crescita economica solida, attirando di nuovo investimenti anche dall’estero e incentivando l’innovazione tecnologica.
Il problema dei costi della pubblica amministrazione va certamente affrontato con tagli immediati, anche se molti ministeri come quello dell’Istruzione e il Mibac non sono in condizione di subire un ulteriore riduzione delle proprie risorse senza danni irreparabili alla loro attività, ma soprattutto con una riforma strutturale che coinvolga tutte le parti sociali in un confronto sul come rendere più efficace e produttivo il modello di erogazione del servizio pubblico.
Lo stesso Ministero per i Beni Culturali langue ormai in una crisi cronica alla quale si può ovviare con misure tampone, ma non se ne può assicurare la vita futura senza una visione e medio e lungo termine che tocchi tutti gli aspetti più importanti dell’attività di questo fondamentale dicastero.
L’agenda di Scelta Civica, i cui contenuti programmatici sono stati affidati al Senatore Pietro Ichino, nel nuovo organigramma contiene proposte concrete e altamente innovative dal lavoro, alla ricerca, all’istruzione, all’impresa che devono diventare stimolo all’azione di questo Governo. La convergenza su questi temi deve essere la sola e valida condizione per stabilire alleanze politiche e programmatiche. Volevamo portare in politica un modo di procedere concreto e sostenuto dall’esperienza di persone che vengono dalla società civile e che si sono misurate in vari settori della vita del Paese. Adesso è il momento di farlo, senza perdere ulteriore tempo.
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