Il futuro del paesaggio italiano tra tutela e sviluppo: con la Carta Nazionale un messaggio a chi avrà la responsabilità di governare il Paese
Concludo il mio secondo mandato da Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali e del Turismo con la presentazione della Carta Nazionale del Paesaggio, elaborata e redatta a cura dell’Osservatorio Nazionale per la qualità del paesaggio che ho in questi anni presieduto.
In questa seconda edizione della Giornata Nazionale del Paesaggio si chiude un percorso durato 5 anni, durante i quali mi sono impegnata per difendere alcuni temi, e tra essi la tutela del paesaggio, la promozione dei piani paesaggistici e il rafforzamento tra i soggetti che si occupano del governo del territorio.
Che cos’è la Carta? E’ un’indicazione strategica molto precisa, un percorso chiaro affinché il nostro paesaggio venga non solo salvato ma anche valorizzato, con l’assunzione della qualità del paesaggio come un fondamentale indicatore del benessere del Paese.
Molti paesi europei, e l’Europa stessa come istituzione, si stanno interrogando su come favorire uno sviluppo che favorisca contesti nei quali le comunità vivono meglio, allentando anche quelle tensioni sociali che sono alla base di tanti problemi che vediamo costantemente sotto i nostri occhi; ebbene un paesaggio, che sia una periferia, che sia ciò che circonda un monumento, un paesaggio montano o le aree interne o le coste tanto offese in Italia, è sempre il contesto i cui vivono delle comunità, il segno della loro identità, ed è preciso dovere di una buona politica – e mi pare che di buona politica ci sia un disperato bisogno – occuparsene con competenza e soprattutto con lungimiranza.
In quest’ottica, la Carta del paesaggio è lo strumento che può aiutare a superare le sovrapposizioni istituzionali e i contrasti normativi, supportando i piani paesaggistici che decollano con fatica e soprattutto rimediando alle storture che ormai da decenni rendono difficile se non impossibile la gestione delle trasformazioni del nostro paesaggio.
Mi auguro che tutti i cittadini sensibili si facciano paladini del paesaggio, promuovano la Carta attraverso le Associazioni, attraverso i loro rappresentanti in Parlamento; il paesaggio è un bene comune, il segno della storia e dell’identità di una comunità, oltre che indicatore efficace della sua salute e benessere.
Gestire le trasformazioni del paesaggio è un modo per contribuire alla sicurezza del territorio e prevenire il rischio di dissesto idrogeologico che tanti danni ha fatto al nostro Paese.
Il mio augurio è che questa Carta, scritta anche con il contributo delle associazioni ambientaliste e di tutela e degli osservatori sul territorio non rimanga una lettera morta ma sia una bandiera e un appello vivo che richiami chi governerà questo Paese alle proprie responsabilità.
Carta nazionale del paesaggio_MiBACT Osservatorio nazionale paesaggio
Riascolta l’intervento del Sottosegretario su RAI RADIO 3 – GR3 dal minuto 9:04 al minuto 10:37