DOPO VENEZIA E LE CINQUE TERRE, ANCHE CAPRI CHIEDE DI ESSERE DIFESA DAL TURISMO
Vi invito a leggere la mia intervista oggi su “Il Mattino” per rispondere al problema dell’afflusso turistico a Capri, tema che in questi giorni è stato fortemente dibattuto anche a seguito della richiesta di “aiuto” lanciata dal Sindaco Gianni De Martino.
Stiamo affrontando un momento storico molto complesso: il turismo, in un’epoca di crisi dell’economia italiana, è una risorsa che ci permette di sostenere il Pil e creare un’importante indotto soprattutto in aree del nostro Paese meno attive dal punto di vista delle attività produttive. Eppure, l’eccessivo numero di turisti stranieri e italiani, destinato a crescere nei prossimi anni, mette a rischio le preziose risorse storiche, archeologiche e paesaggistiche delle nostre città d’arte e dei nostri borghi storici, fatti oggetto di una vera e propria invasione a danno anche dei residenti e del decoro urbano.
Dopo Venezia, le Cinque Terre e i centri storici di Roma e Firenze – ricordo tutti Siti Unesco – anche Capri è stata presa d’assalto al punto di spingere il Sindaco a chiedere sostegno alla sua politica di gestione dei flussi. Servono soluzioni pratiche, che ho ribadito nella mia intervista: dal numero chiuso alla regolamentazione delle fasce orarie di treni e traghetti (introducendo la pratica delle prenotazioni) ad una serie di incentivi ad una migliore distribuzione dei flussi, come l’applicazione di particolari sconti in alcuni giorni e fasce orarie.
L’ultima parola in materia di organizzazione e di disciplina spetta ai primi cittadini, tuttavia – dopo mesi che insisto su questo tema – in questi giorni chiederò al ministro Franceschini di organizzare un tavolo di lavoro che permetta l’individuazione di politiche condivise in particolare in relazione ai siti Unesco di cui ho la delega e dei quali il Mibact ha la competenza.