NONSOLOMURI
In urbanistica come in politica, non esistono solo i muri, ma anche i ponti e i crocevia. Nessuna strada o tratto del cammino umano è mai obbligato. Esistono sempre delle alternative. E se la politica riesce a fare il suo mestiere queste alternative le disegna per poi suggerirle per la scelta libera del popolo. Ciò vale anche in campo culturale. Per questo la vittoria di Palermo come capitale della cultura per il 2018 mi sembra molto significativa.
Non perché in assoluto Palermo primeggi così tanto rispetto agli altri finalisti Alghero, Aquileia, Comacchio, Ercolano, Montebelluna, Recanati, Settimo torinese, Trento e l’Unione comuni elimo-ericini – e solo Palermo meritasse di vincere. Lo ha spiegato del resto assai bene il Sindaco del capoluogo siciliano Leoluca Orlando quando, andando al microfono per ringraziare e dichiarare la propria gioia per la vittoria, ha subito “costretto” tutti gli altri sindaci a salire sul palco con lui, perché “questa è una vittoria di tutti”, e “nessuno può vincere da solo”.
Ma piuttosto perché con Palermo vince e afferma la sua forza un modello di cultura che si è fondato nei secoli sulla capacità di essere crocevia tra diverse civiltà con un’impronta indelebile lasciata da quella araba e diversi popoli, piuttosto che sulla capacità di erigere muri sempre più alti, come sembra purtroppo essere la moda odierna. Muri la cui altezza è direttamente proporzionale all’incapacità di stare nel mondo del territorio recintato. Palermo ci parla invece della forza e della vitalità che viene dal sapersi mescolare in spezie e pensieri, in tratti artistici e tratti somatici, in caratteri linguistici e musicali. Questa capacità di attrazione questa e non altro – è il vero segreto per una forte capacità di innovazione anche economica, come dimostra la resistenza che sta opponendo la Silicon Valley ai propositi isolazionisti del neo Presidente Trump.
Su questo si è basato il segreto della prosperità di Palermo, da cui si è irraggiata la sua grande cultura e da cui non a caso – è nata anche la nostra lingua italiana. Non appena anche a Palermo si sono cominciati ad erigere muri, essa ha cominciato a spengersi. Teniamolo a mente. Solo cercando di governare i processi storici e vincendo paure e superstizioni, una nazione può prosperare. E il mondo diventare un po’ più sicuro.
Grazie Palermo.