PROGRAMMAZIONE E VISIONE 2.0

22 11 2016 | Opinioni e interventi

Se è vero che la politica soffre oramai in modo cronico e disperante di mancanza di visione a lungo termine, e di conseguenza di una programmazione del proprio operare disegnata per stare dentro i propri cicli elettorali – peraltro sempre più corti anch’essi, vista l’instabilità dei governi in Italia, che sarà suggellata o meno dalla vittoria del No al prossimo referendum – l’evento a cui ho partecipato questa mattina va in felice controtendenza. Introducendo la Conferenza Nazionale all’Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile, organizzata oggi e domani al MAXXI di Roma dal Ministero dell’Ambiente, ho infatti potuto rilevare non solo come questo lavoro di “diffusione” e “contaminazione” delle buone pratiche dai territori stia andando avanti da oramai qualche anno, in spregio al ridotto vantaggio elettorale che ne deriva, ma anche come la partecipazione di enti locali, portatori d’interesse, esperti e classe politica stia crescendo negli anni in qualità e quantità. Oggi, non a caso, ero ad aprire la Conferenza insieme ai Sottosegretari Barbara Degani (Ambiente) e Andrea Olivero (Politiche Agricole), pur in tempi nei quali ci dicono che tutto starebbe per cambiare e i politici starebbero pensando al proprio posizionamento futuro più che agli impegni quotidiani e al dovere di Stato. Ma non è così. Le persone serie continuano ad impegnarsi nel proprio lavoro, anche quando esso potrebbe essere continuato da altri. Anzi corrono, come stamattina, perché lo vogliono spingere ancora più in là. In questo senso l’educazione ambientale costituisce non solo un patrimonio civico in sé, ma soprattutto il presupposto di una cultura dello sviluppo sostenibile, dove l’educazione al paesaggio può per questo costituire la chiave di volta di un nuovo approccio al patrimonio culturale italiano e alla sua fruizione. Così come concepito nella nuova strategia per il turismo elaborata ex novo dal Mibact. Solo un approccio di lungo periodo potrà infatti incidere, correggere e migliorare lì dove necessario, in un settore come il rapporto con il nostro territorio contraddistinto da una forte interdisciplinarietà – cultura, produzione agricola, cittadinanza, turismo e servizi – e grande complessità culturale, antropica, geologica e naturale. Un rapporto che si lega strettamente ad una valorizzazione della nostra identità nazionale, sia all’interno che all’estero. Penso per esempio alla collaborazione che il Mibact ha stretto con il Miur per la diffusione tra gli studenti della consapevolezza e conoscenza dei nostri 51 siti Unesco. Si tratta del solo percorso possibile se davvero amiamo il nostro Paese così tanto da volerlo trasmettere alle future generazioni. Perché non si difende ciò che non si conosce, e non si conosce ciò che non si ama.

 

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