LA COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI COME MODELLO DI GESTIONE DEI SITI UNESCO: IL CASO DI PORTO VENERE E DELLE 5 TERRE
Oggi a Genova ho partecipato alla presentazione dell’accordo di programma per la tutela e la gestione del sito Unesco “Porto Venere, Cinqueterre e le Isole Palmaria, Tino e Tinetto”, insieme al presidente della Regione Liguria Toti, all’assessore regionale all’Urbanistica Scajola e al Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre, Vittorio Alessandro, oltre ai Sindaci dei comuni coinvolti.
Per la prima volta da quando l’area di Porto Venere è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’umanità e inserita sotto la tutela dell’Unesco nel 1997, si è ritenuto opportuno estendere il piano di gestione anche ai Comuni del territorio, per promuovere in modo più ampio il valore eccezionale del sito, includendovi anche Levanto, Monterosso, Pignone, Riomaggiore, La Spezia, Vernazza, Beverino e Riccò del Golfo.
L’accordo, che porterà alla creazione di un gruppo di lavoro tecnico del quale il MIBACT sarà parte, sarà in grado di assicurare la tutela del sito con il recupero di fondi UE e prevede che i soggetti si impegnino ad attuare in maniera coordinata tutte le attività di tutela e valorizzazione dell’area, specifiche e comuni, indispensabili per raggiungere la finalità dell’accordo; sarà poi l’Ufficio Unesco costituito dal Parco Nazionale delle Cinque Terre e dal Parco Regionale di Porto Venere a monitorare tutte le azioni, in accordo con il Centro del patrimonio mondiale.
Tutto questo nella corretta e condivisa convinzione che l’iscrizione nella lista dei beni Unesco rappresenta un’opportunità se e solo se ad essa segue un piano di gestione e di valorizzazione che può rappresentare uno stimolo importantissimo per la crescita del turismo culturale, per la quale la tutela del territorio e del paesaggio sono elementi imprescindibili.
Ancora più rilevante e vero valore della firma di questo protocollo è però nel cambiamento di metodo, perché tutti i soggetti e le istituzioni interessate, dal Ministero alla Regione, passando per l’ente Parco e i Comuni, collaborano insieme nella gestione del territorio verso un’idea di valorizzazione che risponde a quello che l’UNESCO ci chiede, a riconoscimento del valore assoluto di un territorio articolato che comprende natura e complessi paesaggistici.
Tale riconoscimento può avere una grande ricaduta grazie al percorso di valorizzazione che verrà avviato, ma deve accompagnarsi necessariamente a un piano di sostegno nella lotta contro il dissesto idrogeologico di un territorio fragile, una lotta per la quale i fondi dovranno essere trovati in tempi brevi, come è nella consapevolezza di tutte le istituzioni che oggi siglano questo accordo.
PER SAPERNE DI PIÙ:
– LEGGI LA NOTIZIA DELLA FIRMA DELL’ACCORDO