Nonostante la mia lunga frequentazione ed esperienza del terzo settore, per me è sempre una sorpresa constatare quanta passione e inventiva e spirito civico vi siano nell’associazionismo culturale che si occupa del nostro patrimonio storico-artistico, e quanto fruttuosa possa rivelarsi la sinergia tra pubblico e privato, così come quella tra diverse istituzioni. Ne ho avuto ancora una volta dimostrazione nei due impegni di ieri.

La mattina ho infatti concluso una Giornata di studi dedicata al restauro appena ultimato della Galleria dei Carracci, all’interno del sontuoso e splendido Palazzo Farnese, sede oggi dell’Ambasciata di Francia, che gli dedica cure e risorse davvero encomiabili. Un restauro la cui rapidità di esecuzione, nonostante alcuni contrattempi sopravenuti, è stato concluso nei 18 mesi previsti – non è andata a discapito ma anzi si è accompagnata ad una altissima qualità tecnica. Un risultato che molto probabilmente non si sarebbe potuto ottenere se non vi fosse stata una perfetta sinergia tra pubblico e privato, il Mibact e il World Monuments Fund e tra istituzioni diverse di due Stati: quello italiano, con le Soprintendenze romane e l’Istituto Superiore per il Restauro e la Conservazione (ISCR) e quello francese, con l’Ambasciata di Francia e l’Ecole Francaise de Rome. Come ho sottolineato concludendo i lavori della mattinata, solo un restauro di alta qualità riesce a non tradire l’opera d’arte, e da questo punto di vista il restauro della Galleria dei Carracci è solo l’ultimo esempio di come l’Italia abbia davvero molto da dare e mostrare al mondo da questo punto di vista. E di come debba puntare con più decisione e risorse su queste competenze e “soft power” quasi unici, per costruire ed innalzare nel mondo il suo profilo di grande nazione.

Nel primo pomeriggio ho poi visitato i rifugi e il bunker antiaerei fatti costruire da Mussolini sotto la sua residenza di Villa Torlonia al momento dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Luoghi ora resi accessibili e fruibili grazie all’opera del Centro Ricerche Speleo Archeologiche Sotterranei di Roma, dedita con passione sin dagli anni ’80 alla scoperta e divulgazione della Roma sotterranea, naturale e storica, con lo scopo di mostrare soprattutto alle generazioni più giovani il contesto nel quale avvennero i bombardamenti aerei del secondo conflitto mondiale.

Cartelli e materiali illustrano infatti come Mussolini decise per sé e per la sua famiglia la costruzione di due rifugi ed un avveniristico bunker, mentre per il resto della popolazione erano previsti rifugi costituiti per lo più da  scantinati con sacchetti di sabbia alle finestre, così poco efficaci e improvvisati  che il 35-40% dei morti per bombardamenti avvenne proprio in tali luoghi. Così come appare chiara la quasi criminale incoscienza e impreparazione con cui l’Italia fu gettata in guerra, dato che Mussolini decise la costruzione del bunker solo allo scoppio del conflitto. Tanto che il più moderno e robusto non fu mai ultimato. Durante la visita sono mostrati infine anche i cospicui resti di una sepoltura romana di età imperiale, rinvenuti 80 anni fa al momento della costruzione delle strutture, con ciò dimostrando come solo a Roma sia possibile in un solo luogo rinvenire testimonianze storiche che spaziano dall’età romana per passare al settecento della Villa soprastante e infine arrivare all’età bellica del bunker. Una ricchezza di stratificazione di cui disponiamo solo noi, e che fa di  Roma una città eterna ed unica al mondo.

 

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