In questi giorni sono stata in visita a Torino, dove ieri sera ho presentato all’Unione Industriali il mio libro “Cammino Controcorrente” davanti a un pubblico attento e numeroso.
La prima tappa del mio percorso, dopo l’interessante convegno di lunedi sera al Circolo dei Lettori dedicato ad Artbonus e ai finanziamenti alla cultura, è stata la Palazzina di Caccia di Stupinigi, dove sono rimasta letteralmente impressionata dalla qualità dei restauri, che hanno restituito l’atmosfera originaria di un bene straordinario. Stupinigi, che alla Palazzina affianca i luoghi di culto e gli archivi storici, contenenti i beni della Fondazione dell’ordine Mauriziano, ha un potenziale turistico molto elevato e per questo ho proposto di inserirla nei circuiti di Expo.
Senza dimenticare le eccellenze culturali di Torino che vorrei ricordare: dalla reggia di Venaria, che tornerò a visitare in occasione della riapertura del Museo Egizio, al Teatro Carignano, che dopo il restauro è semplicemente perfetto, fino alla Galleria Sabauda che l’allestimento di Albini ha saputo valorizzare un’importante collezione fino ad ora mai pienamente riconosciuta.
Torino offre un perfetto esempio di collaborazione tra pubblico e privato che sfocia in un modello di gestione della cultura che si estende all’intera città: un modello in grado di coniugare la tutela e la conservazione del patrimonio culturale e monumentale con un modello di gestione e valorizzazione proiettato al futuro e all’uso di nuove tecnologie.
Ne sono un esempio il nuovo allestimento per il Papiro di Artemidoro nel museo archeologico del Polo Reale, un grande complesso museale che pone Torino tra le capitali europee all’avanguardia nell’offerta culturale e nell’accesso ai finanziamenti: è l’unica città in Italia dove si è creata una Consulta di aziende con funzione di mecenati, uno strumento e un istituto che andrebbe preso come riferimento nel resto del Paese.
Una speciale menzione va infine a Torino per come è riuscita a integrare lo sviluppo urbano con il verde e con il paesaggio, che non solo circonda la città ma vi entra, liberandosi nei grandi parchi e spazi che fanno di Torino la città più verde d’Italia: un primato che negli anni della crescita urbana incontrollata, della cementificazione e dello stravolgimento del nostro territorio vale e significa molto.
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