Invito a leggere l’intervista del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia sulla decisione del TAR Lombardia, che nei giorni scorsi ha bocciato la delibera del Comune di Milano concernente le modalità di ingresso in Galleria di Prada, Armani e Versace. Un passo indietro traumatico per la nuova Galleria che rischia di tramutarsi in un autogol per la città, dato che la delibera (assunta nel 2012 per rimpiazzare una delibera del 2007 che presentava elementi di confusione nella gestione dei permessi e occasioni speculative), conteneva al proprio interno gli accordi per i quali le case di moda si impegnavano ai restauri delle facciate della Galleria per 3 milioni di Euro: lavori di fondamentale importanza, peraltro già avviati e con ottimi risultati. Accordi che, qualora tali soggetti fossero impossibilitati a fare il proprio ingresso in Galleria, rischierebbero di saltare. L’ennesimo caso (dopo Le Grandi Navi, Il Colosseo, e molti altri) nel quale il TAR assume posizioni contrastanti con l’interesse non solo dei privati che decidono di investire nei beni culturali e dell’amministrazione pubblica, ma anche e soprattutto con l’interesse dei cittadini. Ora infatti il rischio è vedere sospesi, a pochi mesi da Expo, i lavori di restauro più importanti degli ultimi 20 anni alla Galleria, uno dei simboli di Milano. Se non saremo capaci, pur rispettando sempre il dovere di tutela che dobbiamo esercitare nei confronti del patrimonio nazionale, di sbloccare i vincoli burocratici che avvolgono i beni culturali (e purtroppo non solo), non saremo mai capaci di cambiare e migliorare questo Paese. Servono meno burocrazia, meno sentenze come questa e maggior possibilità per valorizzare e mantenere i monumenti delle nostre città con accordi chiari, trasparenti ed efficaci, anche con i privati e il terzo settore.

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