Che cosa lega lo sguardo spaventato della donna afgana costretta a vedere il mondo attraverso il burka, o quello della donna iraniana punita con la prigione solo per voler uscire di casa a capo scoperto, o quello della palestinese vittima sacrificale di una guerra spaventosa che la vede esposta insieme ai suoi figli alla morte ogni ora della sua giornata, o di quella israeliana costretta alla più atroce delle violenze fatta da mutilazioni e torture inimmaginabili. Che cosa lega lo sguardo di una donna ucraina che cammina come un fantasma tenendo stretti i suoi figli in un paese distrutto e di quella russa i cui figli vengono mandati al fronte a morire per una guerra mai voluta.
Che cosa unisce lo sguardo della donna indiana ancora ritenuta impura perché vedova o vittima di stupro, o di quella africana costretta a subire la mutilazione genitale per poter poi essere venduta come sposa ad uno sconosciuto e quello di una bambina irachena data in sposa come un oggetto a chiunque la possa volere, a quello delle donne di ancora tanti paesi islamici nei quali una lettura distorta della religione costringe le donne a vivere sottomesse agli uomini .E infine ma non per ultime cosa unisce tutte loro allo sguardo di molte donne italiane e occidentali che subiscono violenza psicologica e fisica domestica e spesso sono talmente ferite da non avere neanche la forza di denunciare il proprio aguzzino. Cosa unisce questi sguardi? Il terrore, la disperazione, l’essere vittime, la speranza sbriciolata e il futuro che sembra accorciarsi ogni giorno. A loro a tutte loro deve andare un pensiero
perché sono loro le vere eroine dei nostri tempi, sono loro il cui sacrificio forse un giorno sarà riconosciuto. Sono loro a cui il pensiero di chi ha avuto la fortuna di nascere in un mondo diverso deve andare il giorno contro la violenza sulle donne e sempre quando erroneamente riteniamo che la libertà di essere donne sia scontata!

Ho scritto e regalato questo testo a una amica, Andrèe Shammah, che lo leggerà lunedì al Teatro Frano Parenti di Milano in occasione della giornata contro la violenza alle donne