25 aprile 2024
Una data simbolica che ricorda l’inizio della disfatta tedesca e la fine del fascismo: la linea gotica viene sfondata, i tedeschi si ritirano da Milano. Sono passati quasi ottant’anni eppure ancora non siamo riusciti a celebrare quella data senza che venga strumentalizzata dalla peggior propaganda o non venga attraversata da scontri anche violenti ai quali si aggiunge quest’anno più forte del solito, la disgustosa polemica sulla presenza della brigata ebraica, soprattutto nelle manifestazioni milanesi, che pur ebbe un ruolo importante nella liberazione del nostro paese.
Nessuna riconciliazione quindi, nessun sentimento unitario se non quello che verrà espresso dal Presidente della Repubblica, infaticabile custode dei valori della nostra Costituzione. Il Paese si lascia travolgere dallo scontro tra chi è antifascista e chi invece lo dichiara troppo timidamente, tra chi ritiene che la parola fascismo definisca un periodo storico preciso e chiuso e chi vede invece oggi dei segnali che, a quel periodo, guardano con accondiscendenza. Non poteva quindi mancare, in un clima così infuocato, la spolverata di antisemitismo a cui ormai ci siamo abituati. No, la brigata ebraica, nonostante il suo eroico contributo alla liberazione d’Italia, non è certo che sfilerà e se lo farà non sarà senza contestazioni il 25 aprile. Siamo in un Paese nel quale si bruciano le bandiere di Israele e si inneggia ai terroristi come se fossero dei liberatori. Siamo in un paese in cui le vittime sono meno vittime di altre e sotto la parola “pace” raramente si scrive quella “conciliazione”, che pure della pace è il presupposto. Che cosa potevamo quindi aspettarci da questo 25 aprile 2024? L’amara sensazione che 80 anni di crescita e benessere non ci hanno insegnato nulla altro che a dimenticare la storia.
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