Viva l’Italia, l’Italia della Bellezza
Siamo un Paese in affanno e nonostante l’eroico sforzo di tante, tantissime persone che in questi due mesi hanno curato, difeso la nostra salute e provveduto ai bisogni più importanti di tutti i cittadini, la luce sembra ancora lontana. Nonostante questo, il dibattito pare essersi spostato non solo su quando si potrà ripartire, ma anche su come.
Le attività produttive, i servizi, il commercio, tutto dovrà essere rimesso in moto tenendo conto che una situazione di crisi, certamente gravissima, ci accompagnerà per molto tempo. Raramente, però, si parla del nostro Paese come patria unica e riconosciuta di bellezza, cultura e arte: le nostre radici sono tra le più profonde e vengono riconosciute dal mondo intero come parte determinante del pensiero occidentale, lo dimostrano i 53 siti Unesco sul nostro territorio e i milioni di visitatori che ogni anno girano ammirati per le nostre città.
Ripartire dalla Bellezza: se il turismo dei grandi numeri che aveva già dimostrato non poche crepe sarà a lungo penalizzato, questo è forse il momento di spingere il più possibile il turismo culturale, quello dei borghi, della natura, degli infiniti paesaggi che possiamo proporre anche in Regioni meno note. Quello dei nostri migliaia di teatri storici, dei monumenti, dei musei minori che minori non sono perché ospitano dei contenuti spesso strabilianti. Quello della nostra poesia, della nostra musica e del nostro teatro, appena le condizioni lo permetteranno, dei nostri piccoli e grandi festival sparsi su tutto il territorio nazionale.
Riaprire pensando alla cultura (e a quell’immensa filiera fatta di imprese culturali, cooperative e enti del terzo settore che essa rappresenta nel nostro paese) e agendo con orgoglio e con la convinzione che in questo non abbiamo concorrenza al mondo.
Da due mesi il nostro sguardo è chiuso in uno spazio assegnato: rialzarlo verso la Bellezza dell’Italia è un modo per ricominciare.