PARCHI E GIARDINI, QUINTESSENZA E MERAVIGLIA D’ITALIA
Se, come diceva Voltaire, la civiltà di un paese si vede dalle sue carceri, parafrasandolo potremmo dire che è dallo stato e rilevanza dei suoi parchi e giardini storici che invece si vede la sua cultura civica. Perché il giardino e il parco storico, per le loro caratteristiche, sono una efficace cartina di tornasole del livello e della diffusione della cultura civica di un paese.
Lo sono per molte ragioni. Perché, come hanno ben spiegato ieri i responsabili dell’Associazione Parchi e Giardini d’Italia (Apgi) – che ha presentato ieri al Mibact l’adesione all’iniziativa “Incontriamoci in Giardino” – il Parco e il Giardino storico sono la gemma verde che si trova dentro un sito storico o culturale, e dunque ne costituisce la perla preziosa e delicata. E perché, questa gemma non basta scoprirla per poterla apprezzare. Essa è infatti transeunte, al contrario di siti più statici e più robusti, come possono essere un palazzo o un sito archeologico. Necessità di cure continue, per poter continuare ad esistere e a respirare. Un giardino senza manutenzione e innovazione continua, muore e si estingue. Non vi può essere un giardino storico lì dove non vi è coscienza della sua importanza, e dunque la volontà di devolvere le necessarie ma ingenti risorse per poterlo far vivere nelle diverse stagioni e negli anni.
Per questo, il Parco o il Giardino storico è la quintessenza del nostro patrimonio culturale. Perché un giardino storico non è un giardino civico. E’ molto di più. E’ in definitiva il simbolo più bello ma anche più fragile della nostra identità nazionale. Che ha saputo inventarlo e crearlo, esportandolo in tutta Europa. Ma che poi ha difficoltà a mantenerlo. Perché per farlo serve comprendere la sua centralità, e seguire con precisione regole in successione continua, necessarie alla sua vita. Regole che, come sappiamo, sono d’istinto idiosincratiche con certi vezzi nazionali, che vediamo per esempio riaffiorare anche in questi giorni nella formazione del nuovo governo. Con la ricerca di scorciatoie personali che indicano tutto l’italico fastidio per i percorsi certi e certificati. E per questo faticosi.
Il 2018 è stato proclamato dall’Unione Europea l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale. In quest’ ambito l’Apgi ha dunque presentato ieri al Mibact – che negli anni scorsi ha cominciato finalmente a fare la sua parte, con il “bonus Verde” – l’adesione all’iniziativa “Incontriamoci in Giardino”, in programma dal 2 al 3 giugno prossimi. In contemporanea con altri paesi europei. Un’iniziativa non sono benemerita, ma perfino stimolante sotto il profilo civico. Perché per apprezzare un giardino occorre apprezzare la necessità delle regole. Sapremo, dopo averli inventati, diventare europei anche sotto questo aspetto, in modo da poterli apprezzare e quindi farli fiorire?