L’IMPORTANZA DI ART BONUS PER UNA VALORIZZAZIONE DIFFUSA DEI NOSTRI BENI CULTURALI

7 09 2016 | Arte, Restauro, Tutela del Paesaggio

Ora possiamo dirlo: Art Bonus funziona. A circa due anni dalla sua introduzione, il bilancio del provvedimento varato grazie alla Riforma Franceschini che prevede una deduzione fiscale fino al 65 per cento per gli investimenti in cultura è sicuramente positivo: sono infatti 3.180 i donatori che hanno effettuato versamenti per un totale di 115 milioni, un ammontare cinque volte superiore a quello raccolto prima dell’entrata in vigore della misura, e che vede come principali contributori le persone fisiche (60 per cento), seguite da imprese e fondazioni bancarie. Il variegato panorama dei donatori fa da pari alla diffusa rete di beneficiari: la possibilità di intervenire sia in siti rinomati come il Teatro alla Scala o il Museo Egizio di Torino sia di sostenere piccole realtà escluse da altre fonti di finanziamento, permette alla misura dell’Art Bonus di porci al livello delle migliori realtà ed esperienze europee, dove la capillarità e la continuità dei finanziamenti è ormai consolidata.

Inoltre, Art Bonus ha dimostrato definitivamente come pubblico e privato possano e debbano collaborare per tutelare e valorizzazione i nostri beni culturali, come da me sostenuto fin da quando ero Presidente del Fai. Per questo motivo il provvedimento non può essere definito come un semplice “invito al mecenatismo”, ma anzi porta con sé una funzione pedagogica che sta contribuendo a radicare l’attenzione verso il nostro territorio nella cultura di tutti, dai privati cittadini agli imprenditori.

Il successo della norma ci indica quindi che la strada intrapresa per valorizzare al meglio il patrimonio artistico italiano è quella corretta, nella convinzione che lo straordinario museo diffuso che è l’Italia abbia bisogno del più ampio sostegno possibile per tornare ad essere centrale nelle politiche di sviluppo del Paese.

 

PER SAPERNE DI PIÙ:

Leggi l’articolo de La Repubblica