Oggi ho partecipato all’inaugurazione del Podere Case Lovara a Punta Mesco, un luogo splendido racchiuso nel Parco delle Cinque Terre e riaperto al pubblico dopo la conclusione di un lungo restauro.
Situato nel sentiero che collega Levanto a Monterosso, il Podere era in stato di abbandono quando venne donato al FAI, che decise di recuperarne le origini agricole valorizzando le attività che contraddistinguevano il paesaggio rurale di quella parte della Liguria. Grazie al supporto della Fondazione Zegna e alla collaborazione delle Università di Firenze e Genova, il FAI ha potuto recuperare 45 ettari di terreno, 600 metri quadrati di muretti a secco e tre fabbricati rurali, i quali ospiteranno un presidio agricolo-didattico composto da una foresteria e un laboratorio di agricoltura bio-dinamica. Grazie a questo intervento, Case Lovara è diventato il 34esimo bene del FAI aperto al pubblico e la prima azienda agricola della Fondazione.
Il lavoro da fare è ancora molto, ma ciò che è stato realizzato finora fa capire che la direzione è sicuramente corretta. L’unicità del Podere è infatti dovuta non solo alla bellezza del luogo, quelle Cinque Terre dichiarate Sito di Interesse Comunitario e Patrimonio UNESCO, ma anche e soprattutto al modello sperimentale che è stato applicato al progetto: il FAI ha infatti ripristinato parte delle colture a terrazzamento originali, ha creato impianti che utilizzano per il 60% energia derivante da fonti rinnovabili e ha messo a disposizione dei visitatori delle visite guidate che raccontano la storia secolare dell’insediamento.
Case Lovara rappresenta quindi un esempio di recupero del paesaggio attraverso il recupero della sua identità, un modello virtuoso per tutti gli interventi di questo tipo che il nostro Ministero e altri soggetti come il FAI stanno cercando di promuovere per tutelare e valorizzare lo straordinario patrimonio paesaggistico, storico e culturale del nostro Paese.
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