Il mio 8 marzo ideale? Sarebbe quello in cui l’Europa annuncia di aver deciso di dare a tutte le donne e ai bambini profughi il diritto d’asilo e di assistenza sanitaria immediata.
Un appello che voglio lanciare partendo da alcuni dati che fanno riflettere e fanno capire come questa giornata debba diventare un momento di riflessione serio su un problema reale: secondo l’UNICEF il 52% dei profughi siriani è composto da donne e bambini, e quello siriano è un genocidio, con già 400 morti nel solo 2016.
Dati sconfortanti anche quelli di AMREF, che in occasione dell’8 marzo ha lanciato l’iniziativa “abbiamo un debole per le donne” per sostenere le donne africane, secondo cui il 70% delle persone che vivono in povertà sono donne, il 64% della popolazione analfabeta è costituito da donne e ogni giorno muoiono, molte per complicazioni dovute al parto, più di 800 donne, di cui 400 solo nell’Africa Sub-Sahariana.
Non credo che la mia generazione, che ha tanto chiesto a quelle passate a proposito delle tragedie dell’ultima guerra “ma non lo sapevate”? voglia sentirsi un giorno chiedere, di fronte alle immagini di quelle donne e di quei bambini davanti ai fili spinati, di quei corpi senza vita di bambini ritrovati nel mare: “ma non lo sapevate?”
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