Questa mattina ho partecipato a Palazzo Brera di Milano alla conferenza “Brera i 100 giorni. Una prima visione strategica”, nel corso della quale il direttore della Pinacoteca James Bradburne, affiancato dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e dall’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno, ha presentato il piano triennale per ridare a Milano un simbolo della cultura, dell’arte e della bellezza.
Un progetto che, potendo godere di un respiro ampio e lungimirante grazie all’autonomia riconosciuta con la riforma del Ministero dei Beni Culturali approvata lo scorso anno, si basa su tre direttrici principali: riportare Brera al centro della città restituendola ai cittadini – non più semplici visitatori ma fruitori, riqualificare gli spazi esistenti mettendoli a sistema e ampliandoli, con la riapertura nel 2018 di Palazzo Citterio e valorizzare le collezioni e i tesori di una delle istituzioni culturali più storiche e rilevanti del nostro Paese.
Molte le novità che verranno introdotte, con l’orario d’apertura allungato il giovedì sera, il biglietto di ingresso da 10 euro abbinato alla tessera «Amici di Brera» per entrare gratis per tre mesi, il nuovo allestimento degli spazi, nuove didascalie, nuova illuminazione, Wi-Fi, panchine e cestini nel cortile – dove saranno organizzati eventi che coinvolgeranno la città – percorsi e kit per giovani e giovanissimi, nuovi spazi per l’accademia e per i servizi aggiuntivi, nuova biglietteria elettronica e nuovo sito web, oltre a un fitto calendario di eventi già a partire dal 2016: il 17 marzo sarà esposto, per la prima volta dal 1796, lo “Sposalizio della Vergine” di Raffaello, a cui faranno seguito opere del Mantegna dal 16 giugno, giorno dell’inaugurazione del nuovo assetto dell’ingresso e dell’accoglienza, e di Caravaggio dal 27 ottobre.
Un piano ambizioso che avrà il suo pieno compimento nel 2018 con la riapertura di Palazzo Citterio, altro simbolo della cultura milanese, che ospiterà le collezioni Jesi e Vitale, completando idealmente il pieno ritorno di quella “Grande Brera” da anni invocata da molte parti, grazie ai finanziamenti derivanti da Art bonus e da Amici di Brera, oltre alla possibilità di raccogliere fondi negli Stati Uniti, grazie all’Associazione American Friends of Brera.
Una grande sfida per Brera e per Milano che, sulla scia del successo di Expo, si candida a diventare la città trainante del nostro Paese, ruolo che parte necessariamente dall’identità storica e culturale di cui Brera è parte integrante e tassello fondamentale.
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