Il tema delle ricerche di idrocarburi e delle trivellazioni offshore, emerso dopo che il 22 dicembre scorso il Ministero dello Sviluppo economico ha autorizzato una serie di ricerche petrolifere in alcuni tratti di Adriatico, non ha una risposta univoca e credo non si presti a considerazioni semplici e perentorie come quelle che si leggono in questi giorni.
In parte perché il giorno dopo, il 23 dicembre, il Parlamento ha approvato all’interno della Legge di Stabilità una norma che vieta le trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa, riducendo quindi l’impatto e gli effetti della loro attività, e in parte perché – come sempre in questi casi – alla tutela del territorio, del paesaggio e dei cittadini vanno affiancate e tenute in debita considerazione le esigenze di sviluppo economico, crescita e occupazione.
Esistono esempi a livello internazionale, il modello tedesco su tutti, dove attraverso una individuazione preliminare delle aree deputate alla sperimentazione e alle ricerche sugli idrocarburi e una programmazione fatta di concerto con tutti i soggetti competenti sono stati compiuti passi utili e indispensabili verso un risultato finale migliore per tutti.
Aggiungo però che a un processo consultivo e autorizzativo efficiente e alla diretta competenza ministeriale, che nel caso del Ministero dei Beni Culturali deve avere un peso vincolante, vada unito un reale e concreto cambiamento di visione sul paesaggio, chiave di volta per una inversione di tendenza che possa portare a coniugare la crescita e lo sviluppo del paese con la tutela di un patrimonio collettivo prezioso, che deve diventare parte integrante di qualunque intervento sul territorio. Solo così il paesaggio può diventare un valore imprescindibile e legare in una filiera virtuosa, tutela, sviluppo e valorizzazione del nostro patrimonio storico-artistico.
In considerazioni di questo, e dato che le ricerche di idrocarburi potrebbero estendersi a luoghi paesaggisticamente di alto valore come le Isole Tremiti, chiederò che alla prossima riunione del 19 gennaio dell’Osservatorio Nazionale per la Qualità del paesaggio, che ha finalmente cominciato la sua opera dopo un lungo processo di formazione, sia dedicato a questo tema un apposito approfondimento e una riflessione tecnica.
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