In questi giorni è stato fatto il bilancio del primo anno di Art Bonus, il decreto che ha introdotto importanti agevolazioni previste per chi aiuta a mantenere e restaurare il patrimonio nazionale di arte e cultura, con due buone, ottime notizie: la prima è che con la Legge di Stabilità è stato fissato al 65% il beneficio per chi usufruisce del decreto, la seconda arriva dai numeri del primo anno, che hanno fatto registrare un apporto complessivo di 34 milioni da 790 mecenati.
I dati sono stati diffusi sul sito del Ministero, ed evidenziano che grazie ad Art Bonus, in un anno e un mese, le donazioni per il patrimonio sono cresciute del 20 per cento, dato molto importante perché ottenuto praticamente senza campagna promozionale (che partirà a novembre con spot tv, affissioni e messaggi radio) e senza l’apporto di grandi aziende e grandi benefattori, che più volte il Ministro Franceschini ha sollecitato a partecipare.
In dettaglio i contributi sono stati così suddivisi: 14,9 milioni raccolti dalle Fondazioni liriche; 10,8 milioni distribuiti in 134 comuni; 2,2 milioni per i teatri di tradizione; 662.960 euro per il Mibact e 5 milioni per altri soggetti. provenienti soprattutto da privati, piccoli e medi imprenditori d’Italia che hanno contribuito insieme ai Comuni, che sono fra i sostenitori più convinti dell’Art Bonus.
Dati che dimostrano come l’amore per il nostro patrimonio e le nostre istituzioni culturali sia diffuso tra tutti i cittadini, e di come se siamo capaci a livello di Governo e di Ministero di introdurre decreti e misure come Art Bonus si possa contribuire con efficacia ed efficienza alla tutela e alla difesa del nostro patrimonio.
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