Venerdi ho partecipato al convegno “la cultura è un bene comune? Volontari e istituzioni a confronto con i nuovi barbari” organizzato dal Cesvot di Firenze.
Un convegno utile per fare il punto sulla ricorrente questione della tutela e manutenzione dei nostri beni culturali, penalizzata da continui tagli e mancanza di programmazione.
Come ha giustamente sottolineato nel proprio intervento il Presidente del Cesvot Firenze, Ivana Ceccherini, la cultura negli ultimi decenni è stata percepita come un lusso, e gli amministratori pubblici che hanno carenza di fondi tagliano sui contributi alla cultura e questo a distanza di anni crea i “nuovi barbari”.
Un segnale incoraggiante è venuto nei giorni scorsi dal Governo, che ha dato il via libera all’emendamento proposto dal Ministero per la costituzione di un fondo da 100 milioni dedicato alla manutenzione ordinaria dei monumenti e dei beni culturali a partire dal 2016.
Ma la vera soluzione ai tagli di cui soffre il Ministero possono essere le sponsorizzazioni private, utili alla manutenzione del patrimonio artistico e culturale del Paese.
Per questo è necessario semplificare le procedure per attrarre contributi privati a tutela del patrimonio artistico italiano, come ha fatto il Ministero con il decreto Art Bonus, che prevede sgravi fiscali per chi finanzia il restauro di opere d’arte.
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