Nella giornata di ieri sono state presentate due ricerche con evidenze interessanti per il mondo del terzo settore e del sociale, con riflessi importanti anche sui beni culturali: l’ACRI ha presentato il volume “Fondazioni Bancarie e nuova economia della cultura”, in occasione del quale sono stati resi noti i dati relativi agli importi destinati dalle Fondazioni bancarie al comparto dell’Arte, Attività e beni culturali, che ammontano a oltre 269 milioni di Euro complessivi nel 2013: un sostegno insostituibile e fondamentale per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio.
Il secondo spunto è quello offerto da Sodalitas (fondazione per il sociale di Assolombarda)e IRS, che hanno presentato ieri una ricerca effettuata su 200 organizzazioni non profit (piccole e grandi) dalla quale emerge che solo una su tre (32%) effettua sistematicamente e con precisione una valutazione di impatto sociale dell’attività svolta, ovvero una valutazione di quanto effettivamente ciò che viene fatto risolva realmente i problemi sociali affrontati.
Un dato italiano assolutamente insufficiente, soprattutto se paragonato al dato inglese, dove il 70% delle imprese sociali svolge tali valutazioni e dove più della metà delle imprese sociali dedica specifiche risorse alla misurazione dell’impatto sociale (in Italia meno del 20% delle realtà non profit lo fa).
La mancata valutazione d’impatto è penalizzante non solo per le realtà stesse, che riducono la propria capacità di operare confronti, selezioni e misure oggettive, ma anche per i possibili partner e finanziatori, che in assenza di criteri univoci si trovano impossibilitati a operare scelte di investimento.
Un altro ostacolo da superare al più presto per il decollo del terzo settore in Italia.
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