La drammatica situazione di Paestum, una delle più importanti aree archeologiche del mondo, è una ferita tremenda al nostro patrimonio culturale e alla nostra identità storica.
I dati raccolti da un dettagliato report evidenziano come nonostante l’ingente afflusso di risorse il sito é in gran parte allagato e inagibile, causando un danno d’immagine e di enorme per tutto il nostro Paese.
Il caso di Paestum dimostra come il problema dei nostri beni culturali non sia solo un problema di risorse (per quanto limitate) ma sia un problema di pianificazione e di gestione dei nostri tesori culturali, spesso abbandonati a sé stessi o affidati a soggetti incapaci di gestire in un’ottica di medio-lungo periodo.
Una situazione frutto di un pericoloso decentramento amministrativo e legislativo e di una visione miope dei beni culturali, che dobbiamo imparare a tutelare e rendere più fruibili, abbattendo le barriere ideologiche e burocratiche che frenano e ostacolano l’ingresso di soggetti privati e del terzo settore nella gestione e nella valorizzazione di beni identitari come Paestum, per i quali potrebbero apportare visione e competenze decisive per superare uno stato inqualificabile di degrado che accomuna molti dei nostri tesori.
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