L’approvazione del piano paesaggistico regionale della Sardegna da parte della Giunta Cappellacci, nonostante l’assenza di una valutazione di impatto ambientale e l’impugnazione del Piano da parte del Governo, suona come una provocazione “ad arte” a due giorni dalla delicata scadenza elettorale che attende la Regione Sardegna.

Data la modalità di approvazione della delibera, avvenuta a dispetto e nel disprezzo di qualsiasi regola e plausibile finalità, se non gli evidenti fini propagandistici, si tratta dell’ennesima dimostrazione di un modello di federalismo sbagliato, che ha trasformato la ripartizione delle competenze sul territorio in un decentramento e in una confusione di competenze che ci ha portato ai fenomeni allarmanti di consumo di suolo, cementificazione e dissesto idrogeologico che ben conosciamo.

Fino a quando gli interessi particolari e le scadenze elettorali preverranno sull’attenzione al territorio e al nostro paesaggio? La Sardegna è una regione piegata da un crisi drammatica a cui le istituzione devono dare risposte ma non a discapito della distruzione di un patrimonio collettivo.

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