Il rapporto ISTAT sui beni culturali italiani fotografa lo stato purtroppo inaccettabile del nostro patrimonio artistico e museale.
Con due evidenze importanti, oltre alle percentuali sulla distribuzione geografica e per bene culturale dei visitatori, evidentemente influenzata dalla forte concentrazione dei turisti stranieri (45% dei visitatori totali) verso gli Uffizi e il Colosseo: la prima è che quasi la metà dei nostri musei ammette di non collaborare con altre istituzioni culturali; la seconda è che solo il 42% di chi lavora tra scavi, quadri e musei conosce l’inglese.
Un quadro allarmante che, pur facendo riferimento a dati del 2011, deve essere di ulteriore stimolo all’attività del MIBACT per elaborare strategie di intervento e di azione che sappiano colmare un gap che è soprattutto un gap di mentalità e di impostazione prima che di risorse.
Invito a leggere l’articolo de “La Stampa” di oggi sulla fotografia dei nostri beni culturali, ma soprattutto l’intervista a Claudia Ferrazzi che porta al centro della discussione il virtuoso esempio francese di gestione dei beni culturali, improntato sulla stabilità delle politiche pubbliche in tema di beni culturali e sul coinvolgimento dei privati attraverso un sistema di agevolazioni fiscali favorevole e trasparente.
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