Proseguono gli episodi antisemiti in Occidente, sempre più violenti: l’antisemitismo non è una risposta alla guerra in Medioriente scatenata da Hamas, né una soluzione al dramma dei civili palestinesi usati come scudi umani e vittime sacrificate in nome di obiettivi dichiarati apertamente: distruggere per sempre lo stato di Israele e islamizzare il Medioriente. L’antisemitismo non è pace, ma odio: è una grave pericolosa malattia dell’Occidente che cancella la sua storia. Ogni giorno decine di razzi vengono lanciati sul territorio israeliano dal Libano e dalla Cisgiordania. A qualunque stato al mondo sarebbe riconosciuto il diritto di difendersi, ma a Israele no, e non solo: perseguire, isolare e insultare gli ebrei europei o americani è una risposta alla quale si sono adeguate non solo le piazze arabe, ma anche le nostre. I padrini di Hamas, i mandanti di questa guerra dichiarano apertamente di voler distruggere l’Occidente e i suoi valori e ringraziano. L’Occidente, in una specie di delirio di autodistruzione, dichiara guerra a se stesso condividendo quindi lo stesso fronte dell’Iran, del Qatar, della Russia o della Corea del Nord.
Se lasciamo agli estremismi, ai populismi di destra e di sinistra la difesa dei valori sui quali si sono costruite le democrazie occidentali, pur con le loro imperfezioni ed errori, allora possiamo considerare concluso un ciclo di stabilità e crescita che ci ha accompagnato per ottant’anni. Se lasciamo alla strada, alla violenza dello scontro tra opposte fazioni il futuro dell’Occidente, cedendo alle lusinghe e alla propaganda di chi questo Occidente lo odia, allora possiamo veramente dirci che “l’ora più buia” non è ancora arrivata, ma sarà presto davanti ai nostri occhi con tutto il suo drammatico peso mentre noi, timorosi e balbettanti, crediamo che la soluzione dei mali del mondo sia solo bruciare le bandiere di Israele.